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Tre miti da sfatare sul web marketing turistico

Internet ha rivoluzionato il mondo del turismo (e non solo), su questo non ci piove.

A causa di questa rivoluzione, un albergatore che oggi vuole investire per promuovere on line il suo hotel, ha la necessità di aggiornare costantemente la propria strategia di web marketing per poter stare al passo con il mercato. Anche su questo penso che siamo tutti d’accordo.

Qualche anno fa ad esempio si investiva molto in SEO e SEM, mentre da un paio d’anni l’attenzione si è spostata su social media e brand reputation, domani chi lo sa?

Questa evoluzione dello scenario turistico è dettata soprattutto dai cambiamenti delle abitudini di acquisto e prenotazione dei viaggiatori, influenzati dalla diffusione di portali ugc, social network e dispositivi mobile.

A farne le spese (in senso buono) sono gli albergatori, che spesso sono bombardati da informazioni sbagliate su quello che sta accedendo. Lo scopo di questo articolo è identificare i principali miti che sono stati creati e svelare la verità che sta dietro questi.

Mito 1: Quello che conta è solo dove prenota il cliente

Secondo Google il viaggiatore visita in media 22 siti relativi ai viaggi in 9,5 sessioni di ricerca prima di prenotare. Coinvolgere i potenziali clienti in tutte le fasi di interazione con il vostro hotel (anche quelle in cui non avvengono transazioni) deve diventare una priorità. Ne avevo già parlato in questo articolo sull’influenza del passaparola e in quest’altro dal titolo “Cosa spinge il turista a prenotare un hotel in particolare?

Paul Brown, dirigente dei servizi commerciali per Hilton Worldwide, dichiara:

l’Hilton si assicura che le proprie strutture siano rappresentate e promosse adeguatamente in tutti i canali rilevanti.

Hilton infatti ha spostato il proprio focus che prima era incentrato totalmente sulla fase di prenotazione, su tutti i vari canali coinvolti nella fase decisionale.

Il resto del settore ha bisogno di seguire l’esempio dell’Hilton e pensare non solo a come prenotano i clienti, ma all’intero processo decisionale che porta all’acquisto, garantendo che ogni punto in cui gli ospiti hanno un contatto con il brand o con la struttura ricettiva sia completo di informazioni e utile per prendere una decisione.

Perché quello che importa è il momento in cui il cliente fa la sua scelta.

A dimostrare che il processo di prenotazione è effettivamente articolato in più passaggi su siti diversi, riporto ad esempio lo screenshot di un profilo analytics di un mio cliente, nel quale si evince come gli utenti prima di prenotare utilizzino a più riprese motori di ricerca, social network e siti ugc:

Mito 2: Gli ospiti non usano Facebook per cercare un hotel

Nonostante il numero di utenti proveniente da Facebook sia più propenso a prenotare rispetto a un eguale numero di utenti provenienti da una ricerca su Google, la prenotazione è solo una piccola parte dell’equazione. Gli utenti infatti usano Facebook per cercare un hotel.

PhoCusWright ha appurato che il social networking è uno dei fattori più efficaci nel guidare la pianificazione di un viaggio e l’uso dei social media da parte dei viaggiatori sta crescendo più velocemente dello stesso settore turistico.

Per capitalizzare questa crescita dei social media, le catene di hotel e le strutture autonome stanno creando rapidamente delle fanpage su Facebook, ma molte di queste hanno pochi contenuti e non comunicano l’identità e la storia dell’hotel.

Chi cerca un hotel vuole proprio questa storia, perciò gli albergatori devono chiedersi se la loro fanpage su Facebook soddisfa le necessità del viaggiatore in ogni fase del viaggio, dal sogno fino alla condivisione di un’esperienza.

Best Western International è una catena di hotel da cui gli altri possono imparare.

Dorothy Dowling, vice presidente senior responsabile del marketing e delle vendite di Best Western, ha affermato in un recente comunicato stampa:

”Per noi è imperativo rispondere alla richiesta dei nostri clienti di rendere più semplice la ricerca, la prenotazione e la condivisione di esperienze di viaggio tramite i loro canali preferiti”.

Mito 3: Non abbiamo bisogno di un sito web mobile. Il nostro brand ha un’App

Secondo i dati di PhoCusWright, il 28% di chi viaggia per vacanza e svolge attività correlate al viaggio via web usa i siti ottimizzati per il mobile per farlo, mentre il 72% usa sia siti mobile che app.

È significativo che lo 0% dei viaggiatori usi esclusivamente app per ricerche relative al viaggio e per fare acquisti.

Per questo il vostro hotel ha bisogno di un sito ottimizzato per il mobile, piuttosto che un’app, argomento sul quale mi ero già espresso in passato in questo post.

E voi quali altri miti da sfatare sul web marketing turistico avete incontrato?